Uno degli obiettivi principali di Mare Calmo, fin dalla fondazione, è stato raccontare lo straordinario patrimonio archeologico e culturale della Sardegna. Ma soprattutto farlo in maniera innovativa, cercando di coinvolgere chi normalmente non può o fatica ad accedere a una narrazione di qualità e rispettosa dell'identità che contraddistingue questo territorio. Ecco perché, quando l'attuale Assessore alla Cultura del Comune di Oristano, Massimiliano Sanna, ci ha proposto di lavorare a un progetto da realizzare all'interno della Casa Circondariale "Salvatore Soro" di Massama (OR), abbiamo accettato con orgoglio questa sfida, coscienti di dover progettare un'iniziativa di grande importanza sociale, oltre che culturale. Questo articolo esiste grazie al tuo contributo! Se lo apprezzi ti invitiamo a sostenerci. Grazie Si, perché il carcere è il luogo della libertà che manca. Delle comunicazioni filtrate. Dell'isolamento. E ogni tipo di azione al suo interno assume un valore speciale. Quando sei "dentro" c'è sempre un "là fuori" a contrapporsi con la tua posizione di carcerato. Abbiamo pensato subito che per parlare ai detenuti, avremmo dovuto prima di tutto coltivare l'umiltà e la sensibilità, cercando il più possibile di vedere la realtà dalla loro prospettiva. Sforzandoci di capire il perché di questo loro grande interesse per l'archeologia, e in che modo la cultura possa essere uno strumento di cambiamento, di ricostruzione, di miglioramento della propria condizione umana. Così, ci siamo messi a scrivere. A immaginare un progetto dal nome tanto semplice, quanto ricco di contrasti tra i suoi componenti: l'archeologia, il carcere, il concetto di "dentro". Così è nato "Archeologia in Carcere", grazie soprattutto a un costante dialogo con Massimiliano Sanna, e al supporto del Direttore del Carcere di Oristano, Pierluigi Farci. In seguito l'Associazione Morsi D'Arte, che aveva già collaborato con la struttura, ci ha aiutato a coordinare la gestione dei permessi e delle registrazioni, perché anche da
Uno degli obiettivi principali di Mare Calmo, fin dalla fondazione, è stato raccontare lo straordinario patrimonio archeologico e culturale della Sardegna. Ma soprattutto farlo in maniera innovativa, cercando di coinvolgere chi normalmente non può o fatica ad accedere a una narrazione di qualità e rispettosa dell’identità che contraddistingue questo territorio.
Nato l'8 marzo del 1915, c'è chi lo ha definito un po' archeologo e un po' poeta. Certo è che Giuseppe Pau noto "Peppetto" fosse un uomo di cultura, oristanese DOC, fortemente legato alla Sartiglia. Memorabili e carichi d'identità i suoi scritti, tra i quali vi consiglio di leggere proprio la pubblicazione dedicata a "Sa Sartiglia di Oristano", Edizioni Giovanni Corrias, 1984. Il volume si conclude con una prosa che descrive così le atmosfere della giostra e il rapporto tra gli oristanesi e la Sartiglia: "C'è tutto un fervore di preparativi e un caos di circolazione, ma provate a dire che sarebbe tempo di finirla con la Sartiglia e l'Oristanese, quello autentico, vi inviterà a dettar legge nel vostro paese, non qui, nella capitale del Giudicato. E torna il ricordo dei Giudici, delle leggi Giudicali, delle battaglie, della lotta secolare degli Oristanesi contro Aragonesi e Spagnuoli. Sotto l'apparente flemma dell'Oristanese è celato uno sconfinato orgoglio per la propria storia. La sfortuna delle vicende armate pare abbia dato a questo popolo, gaudente e laborioso a un tempo, quell'apparente atteggiamento di rassegnazione che si trasforma talora in abulìa. È orgoglio di gente che sa di aver compiuto grandi cose mentre altri popoli e altri paesi dormivano i mistici sogni medievali. La Sartiglia è avvenimento che restituisce agli Oristanesi l'orgoglio di un popolo forte, di un popolo libero, di una propria antichissima civiltà. La Sartiglia va sofferta. Guardate il volto de su Cumponidori quando le massaieddas gli tolgono la maschera. È il volto di un lottatore stremato dalla fatica. E quanta tristezza la notte, quando tamburini e trombettieri fanno rullare i tamburi e squillare le trombe per le vie deserte. C'è nei loro volti senza maschera una espressione di ebrietà: sono stanchi, han bevuto, ma dopo la corsa. E passate, sul far dell'alba, per le
Nato l’8 marzo del 1915, c’è chi lo ha definito un po’ archeologo e un po’ poeta. Certo è che Giuseppe Pau noto “Peppetto” fosse un uomo di cultura, oristanese DOC, fortemente legato alla Sartiglia. Memorabili e carichi d’identità i suoi scritti, tra i quali vi consiglio di leggere proprio la pubblicazione
Come ogni anno l'ultima domenica e il martedì di Carnevale ritorna la Sartiglia di Oristano. Da circa 500 anni si rinnova l'appuntamento con la storia, la tradizione e le emozioni che questa giostra equestre rappresenta per i cittadini di Oristano e i tanti appassionati e curiosi. Tutto questo lo potremo rivivere insieme, visitando alcuni dei luoghi simbolo della corsa, durante gli speciali itinerari che proporremo ogni giorno da venerdì 9 a martedì 13 febbraio. I teatri della Sartiglia La Sartiglia di Oristano (da Sortija, anello) è una giostra equestre documentata per la prima volta nel 1547. I tornei a cavallo però, erano una pratica molto diffusa tra i nobiluomini e i signorotti della Penisola Italiana e nel resto dei Regni europei ben prima di questa data. Si trattava di vere e proprie competizioni tra cavalieri dotati di armi bianche affilate. Solo dalla metà circa del 1500, data la pericolosità di queste manifestazioni, fu deciso di trasformarle in rappresentazioni, e quindi di usare armi non appuntite. Da qui la necessità di un "teatro" in cui dar mostra delle proprie abilità di destrezza, precisione e padronanza nel cavalcare al galoppo. Questo articolo esiste grazie al tuo contributo! Se lo apprezzi ti invitiamo a sostenerci. Grazie Attualmente i "teatri" principali della Sartiglia di Oristano sono via Vittorio Emanuele, via Duomo e via Mazzini. Nella prima si svolge la parte iniziale della giostra, la Corsa alla Stella. Non si conosce la data esatta in cui si fissò questo percorso, ma nei documenti degli inizi dell'Ottocento la corsa appare già istituzionalizzata: si corre a Carnevale, l’ultima domenica di quinquagesima e il martedì successivo; gli organizzatori sono i Gremi; il percorso è via Vittorio Emanuele e via Duomo. Perché la scelta proprio di questa via e del suo prolungamento? Non lo sappiamo, ma un'ipotesi suggestiva è il passaggio davanti alle istituzioni che
Come ogni anno l’ultima domenica e il martedì di Carnevale ritorna la Sartiglia di Oristano. Da circa 500 anni si rinnova l’appuntamento con la storia, la tradizione e le emozioni che questa giostra equestre rappresenta per i cittadini di Oristano e i tanti appassionati e curiosi. Tutto questo lo potremo rivivere