Le mura di Oristano nel medioevo vennero costruite per proteggere il centro abitato, che nel XIII secolo d.C. doveva presentarsi molto diverso da come lo vediamo oggi. Era infatti circondato da un sistema di fortificazioni composto da 4 ingressi e 28 torri di guardia. Il perimetro esterno coincideva grossomodo con le attuali vie Mazzini, Solferino, Cagliari e Contini e arrivava fino a Piazza Roma. Qui si erge ancora imponente la Torre di Mariano II, una delle tappe della nostra visita guidata.
Torre di Mariano II o di San Cristoforo
La torre fu costruita da Mariano II de Bas-Serra, giudice di Arborea, ed è datata al 1290 grazie ad un’iscrizione. Questa, posta originariamente sull’arco della porta d’ingresso, è conservata all’interno dell’Antiquarium Arborense. Costituiva l’ingresso settentrionale della città ed era connesso con la via che si dirigeva verso il nord dell’isola.
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Nelle fonti documentarie la troviamo con nomi diversi. Il primo documento, datato al 1500, la cita come Torre de Port’e Ponti, rifacendosi alla presenza di un ponte di epoca romana sul fiume Tirso. Mentre nelle delibere comunali dei secoli XIX-XX è menzionata come Torre di San Cristoforo, da un retablo del santo, protettore dei viandanti, che un tempo era custodito al suo interno.
La torre era saldata alla cinta muraria che si estendeva per circa 2 km. Di questa rimangono ormai pochi resti, tra cui quelli innalzati nei pressi della Chiesa e Ospedale di Sant’Antonio Abate. L’accesso alla torre e alla città doveva avvenire tramite un ponte levatoio. L’entrata era ulteriormente difesa da un piombatoio e da un doppio sistema di chiusura formato da una saracinesca, azionata da argani sistemati al secondo piano, ed una seconda porta a battenti.
La torre misura 19 metri d’altezza e ha pianta a U, con il lato rivolto verso l’interno aperto. È costruita interamente in blocchi squadrati d’arenaria, eccetto il primo filare in basalto. Il corpo originale è a base quadrata e suddiviso in tre piani, separati da tavole di legno. Nel 1400, fu aggiunta la torretta merlata alta quasi 10 metri. Al suo interno fu collocata una campana realizzata nel 1430 da Bernardo Guardia. Vi si legge la salutazione angelica Ave Maria, ripetuta per 24 volte e intervallata da piccoli tralci di rosa.
Torre di Portixedda
Il torrione, di forma circolare, era uno dei due ingressi minori alla città. Si apriva ad Est rivolto verso il borgo della Maddalena, nella direzione dell’antico centro di Fordongianus (Forum Traiani). L’aspetto attuale risale probabilmente alla dominazione spagnola (secoli XV-XVI). Ma vi doveva essere una torre più antica. Infatti, durante i recenti lavori di scavo sono state messe in luce le fondamenta di una torre quadrata. Questa potrebbe essere stata costruita sotto il regno di Mariano II, ed essere perciò contemporanea della cinta muraria e delle torri maggiori, come quella di san Cristoforo (XIII secolo).
All’interno della torre si conservano i solai ed i pavimenti in tavolato di legno pregiato, così come le aperture e le ringhiere a protezione della terrazza. Un particolare curioso che si può vedere nella base interna della Torre è l’orma di un sandalo.
Altri dettagli si possono cogliere all’esterno: se ci si colloca davanti al torrione e si guarda in alto a sinistra verso la via Solferino si nota un foro di 30 centimetri di diametro a forma di pozzetto nel quale veniva gettato l’olio bollente o più propriamente acqua e pece bollente per fermare coloro che cercavano di assaltare la Torre.
Volete visitare Oristano e ripercorrere la sua storia giudicale? Vi aspettiamo alla nostra prossima visita guidata!
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