Disculpa, pero esta entrada está disponible sólo en italiano. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.In località Columbaris, nel territorio comunale di Cuglieri, si trovano i resti paleocristiani dell'antica città di Cornus. Si tratta di una delle più importanti testimonianze di archeologia cristiana in Sardegna. Un complesso monumentale che sorprende il visitatore fin da subito, per lo straordinario contesto paesaggistico nel quale è inserito. L'area, infatti, è situata a poca distanza dalle pittoresche scogliere calcaree di Santa Caterina di Pittinuri, proprio ai piedi delle boscose falde occidentali del massiccio del Montiferru. Qui, tra i lecci e la fitta macchia mediterranea, risuona ancora l'eco di leggende ancestrali e di epiche battaglie, come quelle combattute dal condottiero Ampsicora contro i romani. Visitare Columbaris significa intraprendere un emozionante viaggio nel tempo, in un'epoca che vide il progressivo affermarsi della religione cristiana nell'isola fino a saldarsi pienamente con il potere imperiale. Le premesse storiche e religiose Sappiamo che Cornus venne fondata dai Punici alla fine del VI secolo a.C. sulla collina di Corchinas, tra le attuali borgate marine di Torre del Pozzo e S'Archittu. È in epoca romana, tuttavia, che l'urbanizzazione raggiunse il suo massimo sviluppo, con l'edificazione del complesso forense e delle aree abitative e artigianali sull'adiacente altopiano di Campu 'e Corra. A circa un chilometro in linea d'aria dal cuore della città romana sorgeva una villa suburbana, dotata anche di strutture termali. Qui, nella zona nota non a caso come Columbaris, agli inizi del IV secolo d.C. venne impiantata un'area cimiteriale dalla comunità cristiana locale. È bene precisare, infatti, che con il termine columbarium si indicava un tipo di costruzione funeraria molto diffuso in epoca romana come forma di tumulazione collettiva; nel toponimo Columbaris, dunque, si riconosce un chiaro riferimento
Disculpa, pero esta entrada está disponible sólo en italiano. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language. In località Columbaris, nel territorio comunale di Cuglieri, si trovano i resti paleocristiani dell’antica città di
La presenza di fonti d'acqua è stata da sempre uno dei fattori indispensabili per la nascita e lo sviluppo degli insediamenti umani. L'acqua è anche via di comunicazione e di navigazione, oltreché elemento sacro al centro di diversi culti. Durante la vita millenaria della città di Tharros sono stati utilizzati diversi sistemi di approvvigionamento. Li potremo analizzare durante la nostra visita guidata. Dalle cisterne "a bagnarola" di epoca punica passeremo al sistema romano di distribuzione urbana, basato sulla circolazione continua dell'acqua. Le cisterne "a bagnarola" di tipo punico Questo tipo di cisterne è ben documentato nella città di Tharros, documentandosi circa 18 esemplari localizzati soprattutto nell'area del quartiere abitativo. Lungo la pendice orientale del colle di San Giovanni (appena entrati nell'area archeologica sulla destra) sono frequenti, infatti, le cisterne che si caratterizzano per: la forma rettangolare, i lati corti arrotondati, la copertura a spioventi o a piattabanda (lastre disposte orizzontalmente). Presentano spesso un rivestimento idraulico formato da diversi strati di intonaco che ne garantiva l'impermeabilità. Particolare di una delle cisterna "a bagnarola" con blocchetti squadrati in pietra Non mancano alcune cisterne anche nell'area dove furono costruiti edifici sacri e pubblici come il tempio delle semicolonne doriche e l'area delle due colonne. Una delle cisterne meglio conservate poteva contenere circa 72 m3 d'acqua piovana. Era rifornita da due canalette provenienti rispettivamente da Nord e da Ovest. Alcuni di questi sistemi di adduzione sono realizzati con tubi di terracotta ad incastro disposti nei tagli artificiali del banco roccioso o nelle murature degli edifici. Per poter attingere l'acqua, sono stati documentati due sistemi differenti: il primo è un pozzetto laterale, il secondo è un'imboccatura ottenuta ritagliando le lastre di copertura. Cisterna "a bagnarola" con copertura di lastre disposte a spioventi All'interno di uno dei serbatoi è stato ritrovato un vaso a cestello databile all’VIII o ai primi decenni del VII a.C. che, insieme ad altri
La presenza di fonti d’acqua è stata da sempre uno dei fattori indispensabili per la nascita e lo sviluppo degli insediamenti umani. L’acqua è anche via di comunicazione e di navigazione, oltreché elemento sacro al centro di diversi culti. Durante la vita millenaria della città di Tharros sono stati utilizzati diversi sistemi