Disculpa, pero esta entrada está disponible sólo en italiano. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.Alla periferia di Carbonia, nel territorio del Sulcis in Sardegna, sorge un colle dai fianchi scoscesi, isolato sulla pianura circostante. Una sorta di piccolo altopiano, o “giara”, affacciato sulla costa sud-occidentale e su alcune tra le più importanti vie di comunicazione dell’antichità. Parliamo di Monte Sirai, una fortezza naturale abitata sin dal neolitico, che ospita sulla sua sommità un raro caso di insediamento fenicio-punico completo e privo di sovrapposizioni di epoche successive. La storia Prima dei Fenici - Per le sue caratteristiche morfologiche e la sua posizione strategica, Monte Sirai è stato teatro di insediamenti umani sin dall’epoca neolitica. Lungo le pendici della collina sono state individuate almeno quattro domus de janas, due delle quali riutilizzate in età punica, mentre sul pianoro sono visibili le tracce di un abitato dell’eneolitico, riconducibile alla cultura di Monte Claro. In età nuragica l’abitato si trasferisce a valle, attorno al polilobato Nuraghe Sirai. A tutela del villaggio, sui fianchi della collina, vengono erette svariate torri. Il pianoro è controllato da una torre più grande, con funzione non solo di avvistamento e segnalazione ma anche di culto. Questo articolo esiste grazie al tuo contributo! Se lo apprezzi ti invitiamo a sostenerci. Grazie Monte Sirai fenicio-punica - Il centro fenicio nasce come abitato civile intorno al 725 a.C. ad opera, probabilmente, dei Fenici di Sulky (Sant’Antioco) o di Portoscuso. L’abitato si sviluppa intorno al preesistente nuraghe, che mantiene il suo ruolo di luogo sacro, e raggiunge un’ampiezza paragonabile a quella attuale ma con un impianto urbanistico differente. Secondo alcune teorie, nel 520 a.C. circa, la città viene praticamente distrutta in seguito all’invasione cartaginese.
Disculpa, pero esta entrada está disponible sólo en italiano. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language. Alla periferia di Carbonia, nel territorio del Sulcis in Sardegna, sorge un colle dai fianchi scoscesi,
Il nuraghe s'Urachi di San Vero Milis, è probabilmente uno dei più grandi complessi archeologici non solo della Provincia di Oristano, ma di tutta la Sardegna. Si estende maestoso su un dosso, nella piana alluvionale in località Su Padru, dove sono ben visibili 7 delle 10 torri che un tempo dovevano costituire le mura perimetrali. Le sue dimensioni e la sua posizione, in un territorio densamente popolato fin dall'età nuragica, permettono di considerarlo un punto di riferimento per le popolazioni stanziate tra il Sinis settentrionale e il Campidano Maggiore. Durante la nostra visita guidata esploreremo il sito e conosceremo l'area, osservando al lavoro gli archeologi attualmente impegnati nello scavo. Un lavoro instancabile che lentamente e con perizia, sta portando alla luce millenni di storia. Vista dal drone dello scavo di s'Urachi a San Vero Milis (credits: Pietrino Mele, YouTube) S'Urachi: breve storia degli scavi Le prime attività di sterro nel territorio di San Vero Milis, ad opera di studiosi e appassionati, risalgono almeno all'Ottocento. Durante questi scavi solo pochi materiali entrarono a far parte di collezioni museali pubbliche. Tra questi si ricorda il "torciere" bronzeo esposto attualmente al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e proveniente presumibilmente da s’Urachi. Si tratta di un esemplare di tipo cipriota, documentato in Sardegna in poche altre località: dal ripostiglio di Tadasuni (OR) al santuario nuragico di Santa Vittoria di Serri (CA), da Santa Giusta (OR) al centro fenicio-punico di Bitia (Pula, Cagliari). In base ai confronti si data tra VIII e VII sec. a.C. Bisognerà attendere il 1948 per l'avvio della prima campagna di scavo al nuraghe s'Urachi. Dal 16 marzo al 10 aprile, la Soprintendenza Archeologica e il Prof. Giovanni Lilliu, misero in luce parte delle mura e delle torri che racchiudono il nuraghe vero e proprio (l'antemurale) e un villaggio punico-romano. Oltre all'uso prevalente del basalto nella costruzione, furono ritrovati dei blocchi
Il nuraghe s’Urachi di San Vero Milis, è probabilmente uno dei più grandi complessi archeologici non solo della Provincia di Oristano, ma di tutta la Sardegna. Si estende maestoso su un dosso, nella piana alluvionale in località Su Padru, dove sono ben visibili 7 delle 10 torri che un tempo dovevano
L'antico centro di Cornus sorge nell'attuale comune di Cuglieri, in Provincia di Oristano. L'area archeologica messa in luce dagli anni '50 si trova in una cornice paesaggistica d'eccezione. Da una parte le pendici occidentali del Montiferru e dall'altra la peculiare costa bianco-avorio in cui si alternano promontori e cale. Proprio qui secondo Tito Livio si svolse la rivolta antiromana del 215 a.C. Di questo, e di molto altro, parleremo durante la nostra visita guidata. Fonte: YouTube - Andrea Marongiu-Air Photography Dalla preistoria all'arrivo dei Fenici La presenza di risorse, quali il bosco e le acque perenni, favorirono l'occupazione umana fin dalla preistoria. Sono note le domus de janas di Serruggiu, Pittudi e Fanne Massa, ma anche vari dolmen tra cui quello di Monte Laccana . Di età nuragica si conoscono diversi nuraghi, aventi una sola torre e altri complessi, con tre e quattro torri. Tra questi ultimi vi è l'Oragiana con l'annesso villaggio nuragico e l'omonima tomba dei giganti provvista di betili. Queste grandi pietre modellate e infisse verticalmente nel terreno sono del tutto simili a quelle ritrovate nella necropoli di Mont’e Prama. Della successiva età fenicia, si ritrovano alcuni frammenti sul colle di Corchinas, frutto di ricognizioni che suggerirebbero dei rapporti di scambio con la popolazione locale. Cornus dall'età punico-romana all'altomedioevo È dall'età punica che Cornus pare essere diventata un centro urbano di una certa importanza. Si documentano ceramiche d'importazione dalla Grecia, diversi materiali punici tra cui anfore, ma anche delle tombe ipogeiche (ossia sotterranee). Un ruolo chiave fu svolto dagli abitanti di Cornus durante la sfortunata rivolta antiromana del 215 a.C. Infatti, secondo lo storico Tito Livio la città fu assediata ed espugnata da Tito Manlio Torquato. In età romana l'abitato poteva estendersi anche nella parte pianeggiante presso le cale, mentre la piazza principale, il forum, doveva sorgere sul colle di Corghinas. Infatti da qui provengono diverse iscrizioni e statue, tra cui il torso
L’antico centro di Cornus sorge nell’attuale comune di Cuglieri, in Provincia di Oristano. L’area archeologica messa in luce dagli anni ’50 si trova in una cornice paesaggistica d’eccezione. Da una parte le pendici occidentali del Montiferru e dall’altra la peculiare costa bianco-avorio in cui si alternano promontori e cale. Proprio qui secondo