L’antico centro di Cornus sorge nell’attuale comune di Cuglieri, in Provincia di Oristano. L’area archeologica messa in luce dagli anni ’50 si trova in una cornice paesaggistica d’eccezione. Da una parte le pendici occidentali del Montiferru e dall’altra la peculiare costa bianco-avorio in cui si alternano promontori e cale. Proprio qui secondo Tito Livio si svolse la rivolta antiromana del 215 a.C. Di questo, e di molto altro, parleremo durante la nostra visita guidata.
Fonte: YouTube – Andrea Marongiu-Air Photography
Dalla preistoria all’arrivo dei Fenici
La presenza di risorse, quali il bosco e le acque perenni, favorirono l’occupazione umana fin dalla preistoria. Sono note le domus de janas di Serruggiu, Pittudi e Fanne Massa, ma anche vari dolmen tra cui quello di Monte Laccana . Di età nuragica si conoscono diversi nuraghi, aventi una sola torre e altri complessi, con tre e quattro torri.
Tra questi ultimi vi è l’Oragiana con l’annesso villaggio nuragico e l’omonima tomba dei giganti provvista di betili. Queste grandi pietre modellate e infisse verticalmente nel terreno sono del tutto simili a quelle ritrovate nella necropoli di Mont’e Prama.
Della successiva età fenicia, si ritrovano alcuni frammenti sul colle di Corchinas, frutto di ricognizioni che suggerirebbero dei rapporti di scambio con la popolazione locale.
Cornus dall’età punico-romana all’altomedioevo
È dall’età punica che Cornus pare essere diventata un centro urbano di una certa importanza. Si documentano ceramiche d’importazione dalla Grecia, diversi materiali punici tra cui anfore, ma anche delle tombe ipogeiche (ossia sotterranee). Un ruolo chiave fu svolto dagli abitanti di Cornus durante la sfortunata rivolta antiromana del 215 a.C. Infatti, secondo lo storico Tito Livio la città fu assediata ed espugnata da Tito Manlio Torquato.
In età romana l’abitato poteva estendersi anche nella parte pianeggiante presso le cale, mentre la piazza principale, il forum, doveva sorgere sul colle di Corghinas. Infatti da qui provengono diverse iscrizioni e statue, tra cui il torso in marmo di un imperatore (Domiziano o Traiano). Non mancavano gli impianti termali, di cui uno probabilmente alimentato dall’acquedotto individuato da Prof. Antonio Taramelli.
Infine, gli scavi condotti dal 1955 in località di Columbaris hanno messo in luce il complesso cultuale e una grande area cimiteriale. Il complesso è stato datato dal IV al VII/VIII d.C. I resti potrebbero corrispondere al centro episcopale di Senafer, il cui vescovo Bonifacio partecipò al Concilio di Cartagine (484 d.C.). Le strutture ecclesiastiche sono tre: una basilica funeraria, costruita su una precedente struttura termale di epoca romana; un battistero di cui si conserva una stupenda vasca battesimale; la cattedrale, di maggiori dimensioni, è divisa in tre navate.
Nella parte vicino all’ingresso, sul lato orientale, affiorano numerose tombe: alcune scavate nella roccia, altre coperte con tegole (a cappuccina) e sepolture dentro anfore.
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