Sorry, this entry is only available in Italian. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.Con questo breve articolo ho il piacere di presentarvi il frutto della mia ultima tesi, che ha per oggetto lo studio della diffusione di un particolare tipo tombale, definito tomba a camera costruita, o nelle pubblicazioni scientifiche anche come ashlar built tomb. Questo particolare modo di costruire le tombe è stato attesta in diverse culture: da quelle mesopotamiche a quella fenicia della Sardegna. Il lavoro è stato complesso a causa delle poche fonti e studi in merito. Disponiamo, infatti, di scarse pubblicazioni scientifiche e spesso in lingua non italiana. Eppure è un argomento molto affascinante, che mette in luce quanto il Mediterraneo in antico fosse realmente un ponte di unione, tramite il quale le diverse popolazioni si incontravano e si scambiavano idee e saperi. E in questo, come vedremo, anche la Sardegna era una protagonista. Ma cosa sono le tombe a camera costruita? Dal punto di vista tecnico, si tratta di tombe probabilmente destinate a persone importanti per la comunità, caratterizzate da una o più camere funerarie. Queste erano realizzate grazie alla giustapposizione e sovrapposizione di blocchi litici ben lavorati. Spesso si poteva accedere mediante un pozzo, oppure un corridoio, spesso gradinato, detto dromos. Per come le vedo io, sono delle particolari architetture funerarie frutto della somma di varie culture mediterranee, che nel corso dei secoli si sono incontrate e che hanno interpretato quel messaggio acquisito a modo loro, in base alle proprie tradizioni. Trovate delle analogie con altre culture? Vi invito a scriverlo nei commenti al termine dell’articolo. Le tombe a camera costruita in Oriente L'uso della tomba a camera costruita comparve in Mesopotamia sin dal III
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Sorry, this entry is only available in Italian. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.Conoscete il particolare rito cristiano del refrigerium? Con questo speciale ed ultimo articolo della serie dedicata all'archeologia del Sinis, scopriremo insieme il significato di questo rituale funerario, di origine pagana e poi ripreso dalle prime comunità cristiane. Per quanto riguarda il Sinis, sembra che questa pratica sia stata attestata presso il cimitero rinvenuto al di sotto della chiesa bizantina di San Giovanni di Sinis, nel Comune di Cabras. Ciò è forse testimoniato da una lastra marmorea con inscritto il nome del defunto: "Karissimus". Breve descrizione della chiesa bizantina di San Giovanni di Sinis La chiesa di San Giovanni di Sinis si localizza nell'omonima penisola. L'edificio fu costruito al di sopra di un'area interessata da una necropoli che ha restituito una lunghissima continuità di vita: dal periodo fenicio (VII secolo a.C.) sino al periodo altomedievale (VI secolo d.C.). La struttura presenta un impianto abbastanza semplice, a croce greca. Un'abside semicircolare orientata ad est; Un'aula rettangolare suddivisa in tre navate voltate a botte; Un transetto voltato a botte; Uno spazio centrale quadrato cupolato, dato dall'intersezione della navata centrale con il transetto. Questo articolo esiste grazie al tuo contributo! Se lo apprezzi ti invitiamo a sostenerci. Grazie La parte centrale dell'edificio, caratterizzato dalla cupola e riferito ad un'originario impianto a croce greca inscritta in un quadrato, fu costruita in età bizantina, forse nella metà del VI secolo d.C. Più tardi, tra il IX-XI secolo d.C., la chiesa subì dei rifacimenti che comportarono delle aggiunte tra cui l'abside, le navate laterali, l'apertura delle bifore. La chiesa più antica e le tombe annesse Nel 1991 l'area della chiesa di San Giovanni di Sinis
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Tuvixeddu è il nome dell'antica necropoli di età punica di Cagliari, la più grande del Mediterraneo e inserita all'interno di un importante parco urbano.
Tuvixeddu è il nome dell’antica necropoli di età punica di Cagliari, la più grande del Mediterraneo e inserita all’interno di un importante parco urbano.