Disculpa, pero esta entrada está disponible sólo en italiano. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language."La vedova di Neoneli" esempio di marketing territoriale Si può fare marketing territoriale in Sardegna utilizzando la letteratura e coinvolgendo degli autori stranieri? È questa la scommessa del Comune di Neoneli che, con la collana curata dallo scrittore Nicola Lecca, si apre al mondo attraverso un nuovo racconto breve in due lingue. Italiano da un verso, e inglese dall'altro: con una doppia copertina che varia solo nel titolo e ritrae una donna nell'atto di impastare il pane. In realtà "La vedova di Neoneli" o "The widow of Neoneli", è il terzo volume della serie dedicata al piccolo Comune in Provincia di Oristano. Segue "Neoneli" di Nicola Lecca pubblicato nel 2014, e ancora "Neoneli" di Emilie Miller del 2016. Questo articolo esiste grazie al tuo contributo! Se lo apprezzi ti invitiamo a sostenerci. Grazie Ho avuto il piacere di partecipare personalmente alla presentazione tenuta in occasione di Licanìas, il "Festival di leccornie culturali" che quest'anno si è tenuto a Neoneli dal 4 al 7 di ottobre, e ne sono rimasto colpito. Affascinato dalle suggestive letture di Michela Atzeni, intervallate dal racconto del progetto editoriale di Nicola Lecca, e accompagnate dal violino di Gianbattista Longu nella splendida cornice di Casa Cherchi. Il racconto di Ryan Gattis Leggendo l'opera si viene catapultati in una Sardegna genuina, descritta con le parole di Drew, cuoco californiano che decide di trasferirsi a Neoneli per superare un periodo difficile della sua vita. Alle sue si alternano le parole di Annica, una giovane madre rimasta vedova. Questa dualità, scandita dagli splendidi paesaggi e dal racconto di alcune specialità gastronomiche del territorio, esprime in maniera efficace il
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Disculpa, pero esta entrada está disponible sólo en italiano. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.Cari lettori, siamo felici di inaugurare oggi questa nuova rubrica dedicata alle recensioni di opere che riteniamo importante segnalarvi per la rilevanza culturale, l'approccio innovativo o anche solo per ciò che rappresentano nel panorama della valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale della Sardegna. E siamo fieri di iniziare con "Patrimonio a lunga esposizione: L'età Nuragica", pubblicato qualche mese fa da Arkadia Editore nella collana "Itinera 16". Si tratta del primo volume di quella che ci auguriamo sia una lunga serie di pubblicazioni curate dall'Associazione Culturale Voes di Olbia. L'intento è portare una maggiore attenzione sul tema della valorizzazione del patrimonio storico-culturale (in particolare quello abbandonato o poco conosciuto) della Sardegna, attraverso quello che nella prefazione è chiamato "il difficile e complesso compito della promozione digitale". Ovviamente condividiamo in pieno l'obbiettivo di Voes, e il 1° luglio a Oristano eravamo presenti all'interessante presentazione del volume alla quale è stato invitato a parlare anche l'archeologo Prof. Alfonso Stiglitz. La recensione Ma parliamo del libro, che graficamente si presenta molto bene con una copertina patinata e foto del nuraghe Adoni, mentre sul retro compare il nuraghe San Giorgio. Già a prima vista si intuisce dunque il contenuto dell'opera, incentrata sulla fotografia dei siti archeologici con la particolare tecnica della lunga esposizione. Questo articolo esiste grazie al tuo contributo! Se lo apprezzi ti invitiamo a sostenerci. Grazie Sfogliando le 110 pagine si susseguono scatti davvero suggestivi, quasi tutti in notturna o al crepuscolo, spesso realizzati avventurandosi in luoghi della Sardegna poco noti e ancora meno accessibili. È il risultato di una ricerca durata 1 anno, e corredata dai testi della Dott.ssa Fabiola Atzori.
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