Disculpa, pero esta entrada está disponible sólo en italiano. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.Qualche settimana fa, abbiamo avuto il piacere di conoscere Alessandra Fanari, originaria di Baratili San Pietro (OR) e con la Sardegna nel cuore. L'anno scorso ha fondato il progetto Burrumballa, idea che come dice Alessandra stessa "in realtà vive dentro di me da molto più tempo". Burrumballa evoca amore per la propria terra, il forte desiderio di mettersi al servizio della comunità e la missione di lavorare "nel, per e con il Territorio". Così le abbiamo proposto di raccontarci la sua avventura, perché crediamo fermamente che la collaborazione e il fare rete con i professionisti del nostro territorio sia la base per la crescita economica, sociale e culturale della Sardegna. Buona lettura! Come è nato il progetto Burrumballa? Il progetto Burrumballa è ufficialmente nato nell’ottobre dello scorso anno, ma in realtà vive dentro di me da molto più tempo. È un’idea che ha preso forma piano piano, accompagnata da sogni, riflessioni, timori e tanta passione. Sentivo di dover raccogliere ancora un po’ di coraggio prima di lanciarla davvero, e allo stesso tempo volevo arricchire la mia formazione, per sentirmi più preparata e consapevole. L’esperienza e la passione non mi sono mai mancate, ma sentivo il bisogno di un’ulteriore spinta, quella che poi è arrivata nel momento giusto. Burrumballa è, a tutti gli effetti, il lavoro dei miei sogni. È un progetto che rispecchia profondamente i miei valori, la mia creatività e il desiderio di restituire qualcosa di bello e autentico alle persone, dai bambini, agli adolescenti, agli adulti e agli anziani. Sono molto orgogliosa di questa piccola attività che cresce ogni giorno e della possibilità di lavorare
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Disculpa, pero esta entrada está disponible sólo en italiano. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.Sapevate che i Fenici erano dediti a consumare il vino durante i riti funerari? Con questo terzo articolo dedicato al Sinis andremo alla scoperta di questa particolare usanza orientale, che è stata documentata anche nelle tombe fenicie di Tharros. La Tharros fenicia e le sue necropoli Tharros, l'antica città di origine fenicia nella costa occidentale della Sardegna, è situata più precisamente nell’estremità meridionale della penisola del Sinis e si sviluppa su due alture: il colle di San Giovanni e quello di Su Murru Mannu. La città fu fondata da genti fenicie, forse nell’VIII secolo a.C, per controllare l’area settentrionale del golfo di Oristano. Questa era un’area già frequentata in età nuragica, come testimoniato dal nuraghe monotorre di S’Arenedda, presso la Caletta, il nuraghe Boboe Cabitza nel Capo San Marco, il nuraghe monotorre di San Giovanni, il nuraghe Preisinnis a Mistras, ma soprattutto dal sito nuragico di Murru Mannu. Infatti, sul colle si possono ancora ammirare i resti di un villaggio dell’Età del Bronzo Medio e Recente, già abbandonato quando arrivarono i Fenici. Questo era caratterizzato da un nuraghe monotorre e da capanne circolari, riutilizzate per il tofet della città a partire dal VII secolo a.C. Il sito di Murru Mannu ha una particolare importanza perché va ad attestare un prematuro contatto con l’area del Mediterraneo orientale prima dello sbarco dei Fenici, come testimoniato da un frammento di vaso miceneo del 1400-1200 a.C. e da altre ceramiche di produzione cipriota datate al 1100-800 a.C. Questo articolo esiste grazie al tuo contributo! Se lo apprezzi ti invitiamo a sostenerci. Grazie Ancora oggi in realtà non conosciamo l’esatta collocazione dell’abitato
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