La sabbia rubata in Sardegna ogni anno è ormai inquantificabile. Il lodevole sforzo che la pagina Sardegna Rubata e Depredata porta avanti da tempo, nel denunciare e fermare il lento e allarmante svuotarsi degli arenili dell’isola, purtroppo non è stato ancora riconvertito in azioni concrete e strutturate da parte della politica e di chi è chiamato a vigilare.
Non tutti sanno purtroppo che il paesaggio, e gli elementi che lo compongono, sono da considerarsi veri e propri beni culturali. E questo vale per la sabbia di quarzo di Is Arutas come per l’ossidiana di Pau. A chi con bottiglie e buste trafuga quotidianamente questi beni, ci sarebbe da domandare: faresti lo stesso con un vaso etrusco o un bronzetto nuragico dentro un museo? Ovviamente no. È un problema di cultura, e di controlli.
Un impegno concreto
Mare Calmo ha deciso di contribuire a informare l’opinione pubblica e fare pressione sulle autorità perché la lenta ma inesorabile distruzione del paesaggio sardo venga combattuta in maniera realmente efficace.
Condividiamo dunque sia la petizione che la brochure, con l’intento di diffondere il più possibile l’appello, e dare voce a questa importante campagna di sensibilizzazione.
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