Sorry, this entry is only available in Italian. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.Nato l'8 marzo del 1915, c'è chi lo ha definito un po' archeologo e un po' poeta. Certo è che Giuseppe Pau noto "Peppetto" fosse un uomo di cultura, oristanese DOC, fortemente legato alla Sartiglia. Memorabili e carichi d'identità i suoi scritti, tra i quali vi consiglio di leggere proprio la pubblicazione dedicata a "Sa Sartiglia di Oristano", Edizioni Giovanni Corrias, 1984. Il volume si conclude con una prosa che descrive così le atmosfere della giostra e il rapporto tra gli oristanesi e la Sartiglia: "C'è tutto un fervore di preparativi e un caos di circolazione, ma provate a dire che sarebbe tempo di finirla con la Sartiglia e l'Oristanese, quello autentico, vi inviterà a dettar legge nel vostro paese, non qui, nella capitale del Giudicato. E torna il ricordo dei Giudici, delle leggi Giudicali, delle battaglie, della lotta secolare degli Oristanesi contro Aragonesi e Spagnuoli. Sotto l'apparente flemma dell'Oristanese è celato uno sconfinato orgoglio per la propria storia. La sfortuna delle vicende armate pare abbia dato a questo popolo, gaudente e laborioso a un tempo, quell'apparente atteggiamento di rassegnazione che si trasforma talora in abulìa. È orgoglio di gente che sa di aver compiuto grandi cose mentre altri popoli e altri paesi dormivano i mistici sogni medievali. La Sartiglia è avvenimento che restituisce agli Oristanesi l'orgoglio di un popolo forte, di un popolo libero, di una propria antichissima civiltà. La Sartiglia va sofferta. Guardate il volto de su Cumponidori quando le massaieddas gli tolgono la maschera. È il volto di un lottatore stremato dalla fatica. E quanta tristezza la notte, quando tamburini e trombettieri fanno rullare i tamburi e
Sorry, this entry is only available in Italian. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language. Nato l’8 marzo del 1915, c’è chi lo ha definito un po’ archeologo e un po’ poeta.
L'Antiquarium Arborense di Oristano si trova nel centro storico della città, all'interno di Palazzo Parpaglia. L'edificio, di età spagnola (XVII secolo), era proprietà del nobile Salvatore Enna. Deve il suo nome a Salvatore Parpaglia, senatore oristanese, che vi abitò nel XIX secolo. A questo periodo risale l'attuale aspetto neoclassico della struttura. L'Antiquarium nasce ufficialmente il 26 febbraio 1938, quando il Comune acquistò la parte archeologica della collezione di Efisio Pischedda, avvocato di Seneghe. Da quella data, il Museo civico ha visto arricchire la sua esposizione comprendendo diversi reperti del territorio. Dal 1999, il complesso museale è dedicato a Giuseppe Pau, oristanese di nascita e primo direttore dell’Antiquario Arborense. Durante il nostro itinerario, potremo ripercorrere la storia dell'attuale provincia di Oristano: dal Neolitico (fine V millennio a.C.) all'età moderna con particolare attenzione per il Medioevo. La Sala Retabli La nostra visita all'interno del museo inizierà da questa sala, situata al secondo piano del museo. Al centro è esposto il plastico che ricostruisce la città alla fine del 1300, già dotata della cinta muraria e del fossato alimentato dalle acque del fiume Tirso. Dall'età giudicale di Oristano (XI-XV secolo) sono giunte a noi due iscrizioni infisse rispettivamente nella Torre di Mariano II e in quella di San Filippo (o Port'a Mari), che sorgeva nell'attuale piazza Manno. I due testi, oggi non esposti, documentano la fine della costruzione delle due torri, la prima nel 1290 e la seconda nel 1293. Oltre agli interessanti elementi marmorei del periodo spagnolo e sabaudo, potremo ammirare tre retabli datati al 1400 e 1500. In particolare, il retablo proveniente dalla Chiesa di San Martino la cui recente restaurazione ha riportato alla luce alcuni dei colori originali del primo Quattrocento. La sala "La famiglia dell'antiquario" Con l'osservazione dei retabli esposti nella sala precedente, termina la parte medievale della visita. Si prosegue nella sala attigua per immergersi nell'atmosfera ottocentesca
L’Antiquarium Arborense di Oristano si trova nel centro storico della città, all’interno di Palazzo Parpaglia. L’edificio, di età spagnola (XVII secolo), era proprietà del nobile Salvatore Enna. Deve il suo nome a Salvatore Parpaglia, senatore oristanese, che vi abitò nel XIX secolo. A questo periodo risale l’attuale aspetto neoclassico della