La Gran Torre di Oristano è il monumento simbolo della borgata marina di Torregrande, dal quale prende il nome. È chiamata grande perché è la torre costiera più imponente dell’isola. Venne edificata durante la dominazione spagnola della Sardegna, probabilmente a partire dal 1542. La sua posizione è strategica poiché si localizza quasi al centro del golfo di Oristano, a due km più a nord rispetto alla foce del fiume Tirso. La Gran Torre comunicava direttamente con le altre torri costiere del golfo: la torre di San Giovanni che domina il Capo San Marco; la torre vecchia di Marceddì; la torre di Capo Frasca. Dalla reconquista spagnola alla costruzione delle torri costiere in Sardegna Ma cosa spinse la Corona di Spagna a costruire le torri costiere in Sardegna? Facciamo un piccolo passo indietro. Nel XV secolo una serie di avvenimenti cambiarono il quadro generale dei rapporti politici, economici e culturali tra Occidente ed Oriente, tra Cristianesimo ed Islam. Il 1453 è la data che segnò la caduta dell’Impero romano d’Oriente con la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani. Questo articolo esiste grazie al tuo contributo! Se lo apprezzi ti invitiamo a sostenerci. Grazie Nel 1492 los reyes catolicos Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia conquistarono Granada, ponendo fine all’ultimo baluardo musulmano in Spagna e completando il lungo processo di reconquista cristiana della penisola Iberica. In seguito a questo avvenimento storico gli islamici che ancora vivevano in Spagna si trovarono davanti ad un bivio: abbracciare la fede cattolica dei vincitori o mantenere il proprio credo. Coloro che optarono per la seconda via furono però costretti ad abbandonare la patria iberica e molti di loro si trasferirono lungo le coste nordafricane, dove strinsero alleanze con berberi, arabi, turchi ed europei rinnegati. Da questo sodalizio nacque la temibile minaccia delle incursioni dei corsari barbareschi,
La Gran Torre di Oristano è il monumento simbolo della borgata marina di Torregrande, dal quale prende il nome. È chiamata grande perché è la torre costiera più imponente dell’isola. Venne edificata durante la dominazione spagnola della Sardegna, probabilmente a partire dal 1542. La sua posizione è strategica poiché si
Visite guidate nel centro storico di Oristano, percorsi sensoriali, ricostruzioni storiche e soprattutto la gara di spinta delle botti che coinvolgerà 4 squadre composte dagli "Tzaracus" rappresentanti degli "Tzilleris", locali dove sarà possibile sia a pranzo che a cena degustare speciali piatti ispirati alla tradizione. La manifestazione ha come titolo "Su Pannu de is Tzaracus de Tzilleri", si terrà sabato 21 aprile a Oristano, ed è organizzata da Eventor con il supporto del Comune di Oristano e la collaborazione di diverse realtà del territorio. Il filo conduttore del progetto è la valorizzazione del patrimonio storico di Oristano sotto tutti i punti di vista: sociale, culturale, turistico, economico ed enogastronomico. Noi di Mare Calmo proporremo per l'occasione uno speciale itinerario dedicato all'antica Aristanis in età giudicale. Questo articolo esiste grazie al tuo contributo! Se lo apprezzi ti invitiamo a sostenerci. Grazie PROGRAMMA DI SABATO 21 APRILE: Ore 10:30: inizio preparativi Gara Apertura della Dogana (in Piazza Eleonora) Apertura degli Tzilleris Nomina giudici di campo Nomina dei capitani delle squadre Pesatura botti Giro di prova del tracciato Visite guidate nella Aristanis medievale a cura dell'APS Mare Calmo Percorso olfattivo con olii essenziali + laboratorio di unguenti e comesi sarda + laboratorio di ceramica + laboratorio di scultura del legno a cura dell'Ass. Essenthya Onlus PRANZO NEGLI TZILLERIS Ore 15:00: "Su Pannu de is Tzaracus de Tzilleri" Ritrovo partecipanti Composizione del corteo ed inizio sfilata Ore 17:00: 1° gara di qualificazione 2° gara di qualificazione Esibizione armigeri Gioiosa Guardia Iglesias Ore 18:00: Gara semifinale 3° e 4° posto Finale 1° e 2° posto PREMIAZIONI Concerto Tamburini e Trombettieri della Pro Loco di Oristano CENA NEGLI TZILLERIS Scarica il programma completo in formato PDF Tutti i dettagli sulla visita guidata, dalla Torre di Mariano II alla Torre di Portixedda, li trovate qui!
Visite guidate nel centro storico di Oristano, percorsi sensoriali, ricostruzioni storiche e soprattutto la gara di spinta delle botti che coinvolgerà 4 squadre composte dagli “Tzaracus” rappresentanti degli “Tzilleris”, locali dove sarà possibile sia a pranzo che a cena degustare speciali piatti ispirati alla tradizione. La manifestazione ha come titolo
"Sa Battalla" di Sanluri è uno di quegli episodi simbolici della storia sarda, che a distanza di secoli ha trovato una dimensione rievocativa molto interessante, che ci permette di riflettere sul modo di raccontare il medioevo in maniera coinvolgente e diretta. Come abbiamo già avuto modo di scrivere ampiamente su questo blog, il medioevo in Sardegna fu un periodo caratterizzato da eventi e dinamiche particolari riconducibili alla così detta "età giudicale". Un'epoca segnata da un susseguirsi di conflitti, periodi di pace, alleanze e battaglie per la conquista e la spartizione di territori strategici, i giudicati appunto. Fra le più simboliche e importanti, troviamo dunque la battaglia di Sanluri. Questo articolo esiste grazie al tuo contributo! Se lo apprezzi ti invitiamo a sostenerci. Grazie "Sa Battalla" di Sanluri come episodio storico Il 30 giugno del 1409, le fertili campagne di Sanluri furono il teatro di un importante battaglia campale. Da una parte le truppe del Regno di Arborea e dall'altra quelle catalano-aragonesi, si contrapposero per il controllo dell'intera isola di Sardegna. Lo stesso borgo e il castello di Sanluri furono messi a ferro e fuoco dai soldati del principe Martino il Giovane. Ma l'esito de "Sa Battalla" avrebbe avuto ripercussioni pesanti e definitive su tutto il Regno d'Arborea compreso il vicino maniero e villaggio di Las Plassas, nella sub-regione della Marmilla. Potremo esplorare e approfondire questa parte della storia giudicale della Sardegna durante la nostra prossima visita "Da Sanluri a Las Plassas: i castelli di Sardegna tra storia giudicale e innovazione". L'inizio della guerra Il conflitto tra il Regno d'Arborea e quello catalano-aragonese affonda le sue radici alla fine del 1200. Esattamente nel 1297, quando papa Benedetto VIII, affidò il Regno di Sardegna e Corsica, da lui appena creato, al re d'Aragona Giacomo II. In cambio del feudo, il sovrano catalano-aragonese avrebbe versato un'annuale
“Sa Battalla” di Sanluri è uno di quegli episodi simbolici della storia sarda, che a distanza di secoli ha trovato una dimensione rievocativa molto interessante, che ci permette di riflettere sul modo di raccontare il medioevo in maniera coinvolgente e diretta. Come abbiamo già avuto modo di scrivere ampiamente su
La Malvasia di Bosa è un vino che conquista. Lo dice la storia. Ha il colore dell'oro, un profumo inconfondibile, intenso come quello del mare. È un vino da meditazione che, nelle sue qualità così peculiari, racchiude memorie antiche di secoli. Una storia che va oltre il territorio della Planargia, e arriva da lontano per abbracciare tutto il Mediterraneo. La conquista della Malvasia Fu nel Medioevo che la Malvasia divenne uno dei vini più rinomati. Prodotto principalmente nelle isole greche di Creta e Rodi, si deve ai veneziani l'uso di tale appellativo per indicare i vini dolci ed alcolici provenienti dalle regioni orientali del Mediterraneo. Il vitigno, secondo gli studiosi, è probabilmente originario della città di Monemvasia (o Monobasia), sulla costa sud-occidentale del Peloponneso. Monobasia si narra avesse un porto, protetto da un'alta roccia a strapiombo sul mare, con un ingresso strettissimo e difficile da conquistare. Nel 1248 un principe greco, per espugnare la fortezza, chiese aiuto ai veneziani, che rimasero in quel territorio e si spinsero nell'entroterra. I veneziani seppero subito apprezzare la Malvasia, e misero in piedi un intenso commercio trapiantando il vitigno a Creta, loro possedimento fin dal 1204, epoca delle Crociate. Questo articolo esiste grazie al tuo contributo! Se lo apprezzi ti invitiamo a sostenerci. Grazie La Malvasia in Sardegna Ma come arrivò in Sardegna la Malvasia? Secondo l'ipotesi più verosimile l'introduzione del vitigno risalirebbe al V-VI secolo d.C., subito dopo la caduta dell'Impero Romano. Molto probabilmente arrivò nell'isola tramite gli approdi di Calaris e di Bosa: infatti ha maggiore diffusione nel Campidano di Cagliari e nelle colline della Planargia. Venne poi rinominato in modi diversi: in particolar modo nel nuorese è detto "Alvarega" o "Arvarega" corrispondente all'italiano "bianca greca", il che sembrerebbe confermare quanto sostenuto sulle sue origini. La Malvasia di Bosa oggi Oggi la Malvasia di Bosa, quella DOC, è prodotta in soli 27 ettari di vigneto sparsi in 7 comuni: Bosa, Suni, Tinnura, Flussio,
La Malvasia di Bosa è un vino che conquista. Lo dice la storia. Ha il colore dell’oro, un profumo inconfondibile, intenso come quello del mare. È un vino da meditazione che, nelle sue qualità così peculiari, racchiude memorie antiche di secoli. Una storia che va oltre il territorio della Planargia, e arriva da lontano per