Il parco di Santa Petronilla a Donigala: 3 domande al Comune di Oristano e all’Arcidiocesi

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Nasce la nuova rubrica SEGNALAZIONI dedicata ai lettori del blog

Inauguriamo oggi un nuovo spazio sul blog dedicato alle segnalazioni dei nostri lettori. Viste le numerose richieste che ci sono pervenute negli ultimi tempi, e posto che consideriamo ogni segnalazione preziosa per l’interesse e la sensibilità di chi l’ha condivisa, cercheremo di selezionare quelle che riteniamo più importanti. A tal proposito abbiamo attivato un indirizzo email dedicato, al quale inviare le vostre segnalazioni, che se vorrete verranno pubblicate anche in forma anonima: Segnalazioni@MareCalmo.org

Parco di Santa Petronilla, Donigala Fenughedu, Oristano

Iniziamo con una segnalazione recente che riguarda l’area di Santa Petronilla, nella frazione di Donigala Fenughedu, a Oristano. L’area è di competenza del Comune di Oristano per quanto riguarda il parco adiacente alla piccola chiesa, che dovrebbe essere di competenza invece dell’Arcidiocesi di Oristano.

Premettiamo che ovviamente noi non possiamo fornire le risposte ai quesiti dei nostri lettori, ma intendiamo semplicemente sollecitare in primis dei riscontri ufficiali da parte delle autorità e in secondo luogo degli interventi concreti volti alla valorizzazione del patrimonio pubblico.

Le domande

Prima domanda del nostro lettore, che preferisce rimanere anonimo:

1) Perché il parco ultimamente è sempre chiuso e sporco?

In effetti dalle immagini che abbiamo ricevuto, il parco sembra non solo abbandonato, ma anche sporco e degradato. Visto e considerato che si tratta di un uliveto con annesso parco giochi e area attrezzata per picnic, la situazione appare preoccupante.

2) Chi si occupa della manutenzione e della raccolta delle olive?

Da quello che vediamo nelle foto la manutenzione all’interno del parco sembra inesistente. Il lettore sostiene di essere riuscito ad accedere avendo trovato aperto un cancello che fa riferimento a una piccola porzione del parco gestito da una scuola cinofila, tale ASD/APS BRABAUDOGS.

Ci teniamo a precisare che non mettiamo in discussione le attività e la professionalità della scuola cinofila (amiamo gli amici a 4 zampe e stimiamo tantissimo chi se ne occupa), in effetti dentro al recinto di loro competenza tutto è in ordine. Il problema è il resto del parco che è chiuso e versa in condizioni di abbandono.

Ci fa notare il lettore che il rubinetto (lontano dall’area della scuola cinofila) sembra stato sostituito da poco, e dalla quantità sugli alberi sembra siano state raccolte recentemente anche le olive. Ma trattandosi di un parco pubblico, con decine di ulivi molto produttivi, giustamente il lettore si interroga su chi abbia l’autorizzazione per farlo. Nessun cartello ovviamente chiarisce questi aspetti.

3) Perché non dare in gestione a un’Associazione come la vostra la valorizzazione del parco e le visite all’annessa chiesetta con un’apertura almeno nel fine settimana?

In questo ci riteniamo onorati che il nostro lettore abbia pensato a noi, ma sicuramente ci sono varie associazioni e volontari che si potrebbero coinvolgere per rendere aperto, fruibile e valorizzato questo spazio pubblico. Questa in realtà è l’unica domanda da rivolgere all’Arcidiocesi, che oltre alla chiesetta, conserva nel suo terreno ben 2 ulivi centenari di inestimabile valore.

Mare Calmo negli ultimi mesi ha provato più volte a mettersi in contatto con le autorità: in particolare con l’attuale assessore Luca Faedda (Vicesindaco di Oristano con delega a cultura, istituzioni, turismo, pubblica istruzione, patrimonio culturale, spettacolo), sia via mail che telefonicamente, ma senza successo. L’intenzione era proprio quella di mettersi al servizio dell’amministrazione per sviluppare insieme progetti e attività di questo genere, mediante il supporto dei nostri soci e dei professionisti che collaborano con l’Associazione.

Purtroppo a oggi non è pervenuta alcuna risposta. Speriamo dunque che questa rubrica possa essere utile soprattutto a questo: a incentivare il dialogo tra i luoghi dei cittadini abitati e vissuti da persone comuni, e i luoghi delle amministrazioni alle quali (e lo scriviamo senza ironia, perché è evidente) a volte sfugge qualcosa.

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