La Casa Aragonese di Fordonagianus: un interessante esempio di architettura gotico-catalana in Sardegna

Il paese di Fordongianus nella sub-regione del Barigadu, in Provincia di Oristano, è bagnato dal fiume Tirso e poco distante dal monte Grighine. Inoltrandosi tra le vie del centro abitato è possibile ammirare i suoi edifici costruiti con la trachite rossa, pietra locale utilizzata anche per le opere artistiche realizzate da artigiani locali e internazionali. Alcune di queste le potremmo ammirare proprio nella piazza dove si affaccia la Casa Aragonese, sa Pratza de is Ballus (la Piazza dei Balli). Da qui inizierà il nostro itinerario che interesserà i principali siti archeologici di Fordongianus.

La Casa Aragonese: architettura e caratteristiche

La cosiddetta Casa Aragonese attualmente si presenta divisa in due dimore, Casa Sanna e Casa Madeddu (dai nomi degli ultimi proprietari), originariamente unite da una porta angolare.

Porta ad angolo originale della Casa Aragonese
Porta ad angolo che collega la Casa Sanna con quella Madeddu.

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Il nome Casa Aragonese deriva dallo stile architettonico prevalente, su cui ci soffermeremo per descrivere i vari ambienti. La sua costruzione risale, probabilmente, al XVI-XVII secolo, e costituisce un interessante esempio di casa signorile, tipica della Sardegna centrale. Casa Sanna, si caratterizza per il portico anteriore e l’utilizzo della trachite rossa. Una struttura nettamente differente rispetto a quella diffusa nel Campidano di Cagliari e in quello di Oristano, in cui le case sono realizzate per lo più con mattoni di fango e paglia seccati al sole (“muru de làdiri“).

Porticato della Casa Aragonese
Loggiato della Casa Aragonese.

Particolarmente interessante è proprio l‘ingresso porticato, in cui spiccano le colonne a fusto cilindrico liscio, poggianti su basi quadrate e con i capitelli modanati. Il loggiato, anche se è frutto di una ricostruzione per anastilosi, ossia ricomponendo la struttura a partire da frammenti originali, ripropone uno schema visibile nei centri vicini. Questa soluzione abitativa permetteva di avere una parte della residenza proiettata verso l’esterno, grazie alla presenza del sedile di pietra che corre lungo il muro della casa. È possibile immaginare i proprietari della Casa Aragonese mentre, seduti su questi sedili, si godevano il fresco della sera e salutavano i passanti. Questo modo di concepire la parte anteriore della dimora è stato definito “estroverso” dall’Architetto Osvaldo Lilliu (1985: 16).

Avvicinandoci all’ingresso, osserviamo l’elaborata decorazione della porta sormontata da un arco a tutto sesto modanato, ai cui lati si inseriscono due o tre colonnine con capitelli cilindrici intagliati. Lo stile rimanda alla tradizione gotica, introdotto dagli Aragonesi e Catalani. Il tutto è sormontato dall’arco carenato o inflesso, di antica origine orientale, giunto probabilmente fino a noi dalla tradizione islamica o dalla Persia intorno alla fine del XIII secolo.

Porta d'ingresso della Casa Aragonese di Fordongianus
Porta d’ingresso della Casa Aragonese.

I ricchi dettagli decorativi sono ben visibili anche all’interno della casa. Quasi su ogni porta, stipite, finestra, armadio a muro è possibile ammirare emblemi religiosi, temi animali, vegetali e geometrici. Tutto testimonia la presenza di una famiglia abbiente, che ostentava il proprio status anche attraverso gli elementi architettonici in pietra, attinti da un repertorio culturale di alto livello.

All’interno, la Casa Sanna si compone di 7 stanze, poste su un unico piano in senso longitudinale. Gli ambienti sono disposti su due file, e in ogni fila sono affiancati e comunicanti tra loro. Superato l’ingresso, entriamo nella grande sala da pranzo-soggiorno in cui campeggia l’imponente camino. Girandoci sulla sinistra, possiamo ammirare attraverso la porta le fughe prospettiche di grande effetto che si creano grazie al collegamento fra le stanze adiacenti. Quelle successive sono probabilmente le camere da letto, come suggerisce la decorazione che troviamo nella facciata esterna, in corrispondenza della finestra della prima stanza. Si tratta di una serie di rosette che incorniciano un monogramma cristologico posto all’interno di un cerchio, chiamato clipeo.

Tornando sui nostri passi, ritroviamo la sala da pranzo-soggiorno da cui accediamo alla seconda parte della casa: la cucina, originariamente era formata da un unico ambiente ora diviso in due da un muro, e altre due sale.

Finestra con chiusino
Finestra della cucina con sportellino scorrevole sormontato da arco inflesso.

Particolare è la piccola finestra che si apre verso il giardino in cui “venne ricavato uno sportellino scorrevole ad arco inflesso, che consente di osservare l’esterno senza dover aprire tutta la finestra” (Lilliu 1985: 9). La copertura dei vari ambienti è fatta con la tecnica de s’òrriu, un particolare intreccio di canne in precedenza tagliate a metà.

Proseguendo la visita, si accede alla parte posteriore occupata da uno spazio aperto, l’orto-giardino, e da alcuni ambienti. Da sinistra verso destra troviamo in ordine: un magazzino, un passo carraio e la stalla. I carri trainati dagli animali entravano dalla porta posteriore, sormontata da un arco carraio, che si affaccia sull’attuale via Doria.

Passo Carraio
Ingresso passo carraio dall’orto-giardino.

Per uscire dalla Casa Aragonese, dovremmo ripercorrere a ritroso parte del percorso fino a raggiungere la sala da pranzo-soggiorno. Qui ci attende una sorpresa, dalla peculiare porta ad angolo affianco al camino si accede alla contigua Casa Madeddu. Di questa è visibile solo parte del piano terra, composto da 4 stanze, e si percepisce l’esistenza di un primo piano, composto da due ambienti.

Il restauro e la riutilizzazione della Casa Aragonese

La Casa Aragonese, o meglio la parte di proprietà degli eredi della famiglia Sanna di Ghilarza, fu acquistata dal Comune di Fordongianus nel 1978. Due anni dopo furono avviati i lavori di restauro, in particolare: il consolidamento delle strutture portanti, la revisione delle coperture, il rifacimento degli intonaci interni ed esterni, dei pavimenti, infissi ed impianti. Come accenato in precedenza, venne ripristinato il porticato e fu necessario restaurare tutte le parti in pietra. I lavori furono curati dall’Architetto Osvaldo Lilliu affiancato dall’Impresa Palmas di Fordongianus. Contemporaneamente,  l’Amministrazione Comunale procedette al restauro della zona retrostante la casa e della piazza antistante, affidando il lavoro agli Architetti G. Murgia e G. Respano. In questo modo, la struttura poté essere riaperta e ospitò per diversi anni la biblioteca comunale.

Ristrutturazione orto-giardino.
L’orto-giardino ristrutturato.

Diversi anni dopo, nel 2009, fu acquistata anche la Casa Madeddu. La sua ristrutturazione è ancora in corso, ma alcune stanze sono state riaperte al pubblico ripristinando l’antica porta ad angolo che era stata murata nel 1800. Attualmente le due case sono affidate in gestione alla Cooperativa Forum Traiani che ne garantisce l’apertura. Gli ambienti ospitano un percorso a pannelli che illustra le principali fasi archeologiche di Fordongianus, soprattutto in epoca romana.


Se l’articolo è stato di vostro interesse e volete approfondire le notizie sulla Casa Aragonese e Fordongianus, vi invitiamo a partecipare alla nostra visita guidata!

Archeo

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3 ore
Terme Romane

L'Autore

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Claudia Sanna
Archeologa e guida turistica, appassionata del mio lavoro, attiva nella comunicazione e promozione del patrimonio culturale.

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