Spazi per le associazioni? Il Comune di Oristano al momento dice di non possederne, anche se le strutture non mancano di certo.
Come ben saprete se ci seguite, Mare Calmo è un’Associazione di Promozione Sociale non profit, che ha fra gli obiettivi quello di fare rete per promuovere il patrimonio culturale e socio-produttivo del nostro territorio. È stata fondata senza nessun tipo di finanziamento pubblico, investendo qualche risparmio e mettendoci tanto impegno personale. Abbiamo sede a Oristano, quindi pochi mesi fà subito dopo la registrazione ci siamo rivolti al Comune per chiedere di usufruire di un locale da utilizzare per le nostre attività.
Presso l’ufficio preposto ci è stato detto che dovevamo mandare una PEC all’indirizzo “istituzionale@pec.comune.oristano.it” elencando le nostre necessità. Niente di pretenzioso, una sala riunioni con connessione a internet e proiettore per qualche ora la settimana ci sarebbe andata più che bene.
Ci ha colpito la premurosa indicazione dell’impiegata, che senza batter ciglio a un certo punto ha detto: “sarà a pagamento, simbolico ovviamente…”. Poi abbiamo scoperto con rammarico che il “simbolico” era pari a 1000 € l’anno. Decisamente troppo per noi, ma credo per qualsiasi associazione neo-costituita che operi nel nostro settore.
Rassegnati alla burocrazia, abbiamo comunque mandato la nostra domanda. Sempre speranzosi, anche se i tempi di attesa erano ignoti.
Dopo quasi 2 mesi, oggi è arrivata la risposta:
“l’Amministrazione allo stato attuale non possiede immobili disponibili.”
Ecco, peccato però che a Oristano invece esistano numerosi immobili di proprietà del Comune, non valorizzati. Per citarne solo 2: i locali dell’ex Circoscrizione di Donigala e l’ex Colonia di Torregrande, in corso di assegnazione tramite bando. Se non nell’immediato, potrebbero essere rimessi in sesto con investimenti minimi, e comunque in tempi brevi.
Esistono inoltre delle strutture già date in concessione ad altre associazioni, che magari sarebbero disposte a condividerle semmai qualcuno dell’amministrazione si preoccupasse di fare da ponte e portasse avanti un minimo di strategie inclusive in questo senso.
Invece dal Comune oggi noi riceviamo un secco no. Una porta in faccia, la prima di questo tipo, che sicuramente ci farà maturare. Ma che soprattutto ci spinge a denunciare una situazione allarmante dal punto di vista delle politiche culturali del Comune di Oristano.
Cosa faremo ora? Continueremo a fare rete, e cercare spazi che possano ospitare le nostre attività. Restiamo aperti a qualsiasi suggerimento, se conoscete qualche struttura non esitate a indicarcela. Grazie in anticipo!
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