Nella regione del Barigadu, zona a nord-est della Provincia di Oristano, si trova la cittadina di Fordongianus famosa, fin dall’antichità, per le proprietà salutifere delle sue fonti, le Aquae Ypsitanae. Proprio vicino alle sorgenti di acqua calda, che ancora sgorgano ad una temperatura di circa 54 gradi C, i romani costruirono uno degli impianti termali meglio conservati di tutta la Sardegna. Le imponenti terme, con le arcate che coprivano la piscina (natatio), sono una delle immagini più suggestive e note di questo centro che avremo modo di visitare insieme. Solo di recente, invece, è stato messo in luce l’anfiteatro che si trova all’uscita del paese, nella strada che porta alla Chiesa di San Lussorio.
Le terme romane di Fordongianus
La struttura ci mostra almeno due fasi costruttive: la prima datata al I d.C., caratterizzata da grandi blocchi squadrati di trachite locale, la seconda del III d.C., riconoscibile per l’uso di tecniche edilizie diverse dove prevale l’uso di mattoni o di mattoni e tufo, legati insieme dal calcestruzzo dell’epoca (opera cementizia).
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Inizialmente le terme erano formate da alcuni ambienti riscaldati in modo naturale, sfruttando le fonti sorgive di Fordongianus e dovevano avere funzione curativa. A questo primo impianto però, furono aggiunte le cosiddette seconde terme che presentano tutte le caratteristiche delle strutture termali di epoca romana. Dallo spogliatoio (apodyterium) si potevano raggiungere le sale del percorso idroterapico composto da un ambiente freddo (frigidarium), da uno tiepido (tepidarium), ben due ambienti caldi (calidarium) e una probabile sauna (laconicum). Non mancavano la palestra e la piazza, intorno alla quale si affacciavano possibili negozi (tabernae) e alloggi per dormire (hospitalia). Insomma un impianto complesso con finalità igieniche, ma anche di intrattenimento, dove si discuteva di affari, politica e si rigenerava il corpo e la mente.
In queste seconde terme il riscaldamento era artificiale. Il calore era prodotto dalle fornaci e si irradiava dallo spazio sottostante i pavimenti e dalle intercapedini delle pareti. Pavimenti e pareti erano isolati dall’umidità grazie all’uso del cocciopesto, un rivestimento formato da frammenti di mattoni e malta.
L’anfiteatro romano di Fordongianus
Nell’area suburbana della Fordongianus romana sorgeva l’anfiteatro che poteva ospitare fino a 3500 persone, secondo in Sardegna solo a quello di Cagliari. L’edificio ha la caratteristica forma ellittica che permetteva l’ottimale visione degli spettacoli. Qui avremo visto i gladiatori combattere l’uno contro l’altro, ben addestrati ed armati, ma probabilmente anche le esecuzioni capitali.
In età bizantina, sui resti dell’anfiteatro furono costruite alcune tombe, interpretate da Prof. Raimondo Zucca come “ad sanctos“. L’ipotesi dell’archeologo è che si tratti di sepolture costruite nel luogo in cui fu ucciso San Lussorio. Infatti “ad sanctos“ indica l’abitudine, delle persone agiate dell’epoca, di farsi seppellire vicino ai santi per garantirsi la salvezza dell’anima.
Volete conoscere altri dettagli sull’età romana e Fordongianus? Partecipate alla nostra prossima visita!
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